GIOVANI ADULTI E ADOLESCENTI

Tutti quanti attraversiamo il ponte che dalla fanciullezza ci porta all’essere giovani adulti e nel attraversarlo dobbiamo confrontarci con noi stessi, gli altri ed il modo attorno a noi. Questo viaggio talvolta risulta più complesso e sofferto del previsto. Non sempre la nostra identità sessuale ci è chiara e cristallina, alle volte riconoscere noi stessi richiede tempi più lunghi e per accettare ciò che scopriamo possiamo aver bisogno di un po’ di aiuto. 

Un tempo, non troppo lontano, il disturbo specifico dell’apprendimento era misconosciuto e la frase classica degli insegnanti era “potrebbe riuscire, ma non si applica, ha poca voglia di studiare”. Al giorno d’oggi al contrario la minima difficoltà scolastica viene erroneamente definita Dislessia o Discalculia.  In medium stat veritas e pertanto è fondamentale eseguire una corretta ed attenta valutazione degli aspetti cognitivi e psico-emotivi dello studente per capire se effettivamente ci sia un disturbo specifico dell’apprendimento correlato poi ad una bassa autostima, o viceversa, se ci sia una difficoltà emotivo-relazionale che lo porta a non investire nello studio le proprie capacità ed energie.

Facciamo un largo uso di questo termine e spesso in maniera impropria. La depressione non è una patologia a se stante, ma l’importante espressione di un malessere che origina altrove. La depressione incompresa può divenire un buco nero senza ritorno; la depressione colta nelle sue sfacettature può essere il punto di partenza verso la risoluzione.

In un epoca in cui essere belli, alti, vestiti alla moda e magri è un “obbligo” per chiunque, i disturbi della condotta alimentare sono sempre più frequenti e pervasivi. L’illusione erronea che essere magri significa essere vincenti conduce moltissime giovani e meno giovani sulla via del digiuno e della restrizione totale. Anoressia, Bulimia, Vomiting, Binge Eating sono le testimonianze più devastanti di questa ossessiva ricerca della perfezione corporea. Di contro L’Obesità, significa spesso compensare con il cibo le carenze della vita sociale, affettiva, emotiva di cui solitamente siamo solo in parte consapevoli. Una continua fisarmonica di kg. persi e ritrovati ci porta alla rassegnazione e all’abbandono di noi stessi, nell’illusoria sensazione che riempire il corpo significhi riempire il vuoto dell’anima. 

Il ritmo incalzante della cultura occidentale non lascia spazio ad esitazioni, le prestazioni a noi richieste devono essere sempre le migliori e le più celeri possibili. Ritagliarsi del tempo e dello spazio per uscire dalla centrifuga quotidiana sembra divenire un miraggio e l’ansia che la natura ha fisiologicamente creato per proteggerci ci fagocita. L’ansia origina improvvisamente paura e la paura della paura diviene panico.